Cristo unico Maestro, nulla può essere anteposto al suo amore
XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Non si sa quale esigenza irrita di più ascoltando questo Vangelo: se l’abbandono totale dei legami familiari o il grado di amore chiesto dal Signore. Le parole di Gesù ci provocano fino allo scandalo. Il Signore non ci appare sotto un’altra luce agli occhi della nostra anima? Noi sappiamo che egli è comprensivo, sensibile e dolce. E soprattutto, speriamo che egli alleggerirà il fardello della nostra vita. Sorpresi, persino spaventati, indietreggiamo interiormente, e cerchiamo – sentendoci più minacciati che conquistati da questo Vangelo – di difenderci con la fuga.
Certo, il nostro cammino di fede ci ha fatto scoprire il Signore come il buon Pastore, che “ad acque tranquille ci conduce” (Sal 24,2). Come un Padre, la cui “grazia è nel cielo e la cui fedeltà fino alle nubi” (Sal 37,6). Soltanto una cecità spirituale ci impedirebbe di vedere il minimo segno dell’amore di Dio nella nostra vita: nella sicurezza familiare, nella salute del corpo e dell’anima, nella consolazione interiore di fronte ai colpi del destino e negli inattesi avvenimenti felici di ogni giorno. È per questo che cerchiamo la presenza del Signore e ci mettiamo al suo seguito.
Ma egli ci fa resistenza quando vogliamo mescolare i nostri interessi personali con la nostra relazione di amicizia. Quando separiamo i doni ricevuti da Colui che ce li dona, per costruire un piccolo mondo egoista alle sue spalle. Noi siamo allora vittime di una illusione, poiché la salvezza e il pieno compimento si trovano soltanto in lui. Perciò egli si erge contro l’egoismo tinto di religiosità, e vuole difenderci dagli inganni e dagli errori. Le sue esigenze, così irritanti, mirano al nostro sommo bene: egli vorrebbe rimanere il fondamento del nostro essere e delle nostre aspirazioni. Colui la cui vita è interamente centrata in Cristo manifesta anche la presenza di Cristo in mezzo ai suoi fratelli. E ciò che vale per il Signore vale anche per l’inviato: accogliere il forestiero, dissetare colui che ha sete, il rispetto dell’apostolo verso il messaggero. Costui ha una famiglia tra i fratelli e le sorelle in Cristo (cf. Mt 12,50)
LA PAROLA DELLA DOMENICA
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AVVISI 28 GIUGNO 2020
XIII DEL TEMPO ORDINARIO
Cristo unico Maestro, nulla può essere anteposto al suo amore
Giornata per la carità del Papa (obolo di San Pietro)
- Il 24 giugno, u.s., al termine dei Vespri nella Solennità della Natività di San Giovanni, il Cardinal Vicario ha consegnato a tutta la Diocesi il programma pastorale del prossimo anno “Saremo disposti a cambiare gli stili di vita?”. Come parrocchia abbiamo il dovere di tornare ad essere comunità dopo la chiusura forzata, recuperando le attività con l’apertura a idee nuove e nell’ascolto delle persone.
- Oggi, ultima domenica del mese, domenica della carità, guardiamo alle necessità dei nostri fratelli poveri raccogliendo gli alimenti che saranno distribuiti nell’unica distribuzione del 7 luglio 2020.
- Domani, 29 giugno, Solennità dei Santi Pietro e Paolo, Patroni della Città e della Diocesi di Roma, le Messe saranno celebrate secondo l’orario festivo.
- Il 3 luglio 2020, primo venerdì del mese, al mattino i ministri straordinari porteranno la Comunione agli ammalati.